GID TANNER
Insieme a Fiddlin’
John Carson, suo rivale in vita, Gid Tanner è stato il
violinista più importante e influente del primo country.
Membro dei celebri Skillet Lickers
(da lui formati nel 1926), esordì discograficamente
il 7 marzo del 1924 come spalla del chitarrista Riley
Puckett, registrando a New York le prime canzoni hillbilly prodotte dalla Columbia. Nato il 6 giugno del
1885 vicino a Monroe, capoluogo della contea di Walton,
in Georgia, crebbe in una fattoria e imparò a suonare il violino all’età di
14 anni; cominciò ad apparire in pubblico sfidando altri violinisti in varie
gare paesane (in questo periodo ebbe inizio la rivalità con Carson), dove si distinse grazie a una grande abilità e
alla conoscenza di un vastissimo numero di brani. Concluse la sua carriera
discografica nel 1934, rimanendo però in attività fino all’anno della sua
morte, avvenuta il 13 maggio 1960 a Dacula, in
Georgia; tre settimane dopo, avrebbe compiuto settantacinque anni. Suo figlio Gordon, violinista anch’esso, ne raccolse
l’eredità, tramandandola alle generazioni future.
Tanner e gli Skillet
Lickers: L’esordio di Tanner con i Lickers, la cui
prima formazione comprendeva, oltre a lui e a Puckett,
il violinista Clayton McMichen
(nato ad Allatoona, in Georgia; virtuoso del
proprio strumento, ottenne celebrità vincendo vari concorsi) e il banjoista Fate Norris
(proveniente da Resaca, in Georgia; in molte
registrazioni risulta pressoché impercettibile), avvenne con il brano “Hand Me Down My Walking Cane” (1926). I Lickers
divennero in fretta la string band più popolare,
influente e di maggior successo del periodo: sfornavano hit, avevano
personalità, erano musicisti dotati e facevano presa sul pubblico grazie
anche a una serie di registrazioni umoristiche, in cui la musica si
interrompeva per favorire spassosi dialoghi ebbri e deliranti. Questa grande
fama sarebbe durata fino al 1931, anno dello scioglimento; quando si
riformarono – nel 1934, per volere di Tanner e Puckett e con una line-up
differente –, non riuscirono più a raggiungere i fasti di un tempo,
nonostante qualche registrazione di discreto successo.
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