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Gianluigi Valgimigli

Poeta e Scrittore Faentino

 

TORNA ALL’ANGOLO DELLA MUSICA

 

EMMETT MILLER

 

 

 

Stella nata nei Minstrel Show - prima vera e propria forma teatrale nata negli Stati Uniti, i Minstrel Show erano un tipo di spettacolo consistente nell’unione di danza, musica, brevi scenette di natura comica e teatro di varietà, interpretato dai Blackface, ovvero attori bianchi (o di colore) che si esibivano dipingendosi il volto di nero, come sfottò nei confronti della cultura afroamericana, che qui veniva offesa e rappresentata in maniera molto stereotipata; lasciando un attimo da parte gli aspetti razzisti di tali show, l’importanza di questi spettacoli fu quella di avvicinare la cultura (e la musica) bianca a quella nera, e di rivestire un importante ruolo nella nascita dell’industria discografica statunitense -, Emmett Miller fu un cantante di vaudeville che ottenne celebrità come menestrello Blackface; sebbene oggi la sua immagine sia invecchiata male (e possa, in effetti, risultare abbastanza offensiva), indubbia è la sua importanza e influenza nel campo della musica country: infatti, la sua pionieristica interpretazione vocale in falsetto, fatta di singulti e yodel che estremizzavano e pigliavano per il culo il modo in cui i neri cantavano il blues, portò alla nascita del “canto ubriaco e singhiozzante” tipico del country classico che, in seguito, sarebbe divenuto uno stereotipo del genere stesso, influenzando importantissimi e fondamentali musicisti come Hank Williams (il massimo interprete e compositore country di tutti i tempi, nonché uno dei più influenti cantautori americani di sempre), Jimmie Rodgers (il leggendario “Singing Brakeman”, padre del country moderno), Bob Wills (storico artista suonatore di violino folk, cofondatore del “Western Swing”, di cui ne è riconosciuto il “Re”, e leader dei Texas Playboys, tra le formazioni più importanti della storia del country), Lefty Frizzel (primo interprete del capolavoro “Long Black Veil” e cantante di grande influenza) o Merle Haggard (tra i musicisti country di maggior successo degli ultimi cinquant’anni, morto nel 2016). Nato il 2 febbraio del 1900 a Macon, in Georgia, registrò per la prima volta nel 1924 per conto della Okeh; durante le sue esibizioni, si faceva accompagnare da una formazione jazz, conosciuta con il nome di “Georgia Crackers”, che annoverava musicisti importanti come i fratelli Dorsey (Tommy e Jimmy; storici band-leader), Eddie Lang (padre della chitarra jazz) e Gene Krupa (tra i batteristi più influenti della storia del jazz). Tornato nella sua Macon, dopo che il mondo l’aveva ormai scordato, vi morì il 29 marzo 1962; fu sepolto nel cimitero di Fort Hill. La sua canzone più celebre, importante e ricordata è indubbiamente la mitica “Lovesick Blues” (composta dalla coppia Cliff Friend / Irving Mills e apparsa per la prima volta nel musical “Oh, Ernest” del 1922; Miller la incise nel 1928), resa immortale grazie all’interpretazione di Hank Williams (1949; suo primo singolo a raggiungere la posizione numero uno nella hit parade statunitense); vale la pena citare anche “I Ain’t Got Nobody”, reinterpretata da Bob Wills con i suoi Texas Playboys.

 

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