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Gianluigi Valgimigli

Poeta e Scrittore Faentino

 

TORNA ALL’ANGOLO DELLA MUSICA

 

BLIND LEMON JEFFERSON

 

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Il materiale che leggerete di seguito, è stato originariamente pubblicato come appendice al romanzo “Sotterraneo al chiaro di luna” di Gianluigi Valgimigli (Claudio Nanni Editore; luglio 2016).

 

Uno dei bluesman più importanti e influenti della storia, Lemon Henry Jefferson nacque a Coutchman (Texas) il 24 settembre 1893 (l’esatta data di nascita fu scoperta solo negli anni 2000), e morì in circostanze misteriose il 19 dicembre 1929 a Chicago (leggere nota sottostante per saperne di più){1}. Padre del Texas Blues, fu il vero capostipite della scena blues maschile{2} (Papa Charlie Jackson, primo musicista blues maschile a incidere un disco -un anno prima di lui, nel 1924-, fu in realtà un folk singer che cantava accompagnandosi con un banjo a sei corde, e quindi non può essere considerato un vero e proprio bluesman; Jefferson, al contrario, suonava la chitarra -in alcune registrazioni anche il piano-, e fu il primo artista blues maschile ad auto-accompagnarsi con tale strumento), e quindi il primo a portare il vero blues delle campagne nelle classifiche di vendita (il primo successo discografico fu del 1926 -il disco “Booster Blues” / “Dry Southern Blues”-, dopo un esordio spiritual -il disco “I Want To Be Like Jesus In My Heart” / “All I Want Is That Pure Religion{3}; dicembre 1925 o gennaio 1926, la data non è precisa- con lo pseudonimo di Deacon L.J. Bates, di scarso successo commerciale), considerando che il blues di successo commerciale prima di lui, era esclusivamente femminile (Ma Rainey e Bessie Smith in testa a tutte), e poco aveva a che fare, in realtà, con il vero blues campagnolo delle origini, meno commerciale e immediato; si può asserire, quindi, che Jefferson fu il primo vero e proprio artista blues di grande successo commerciale a fare musica nera per neri, costituendo un’importante innovazione rispetto a quello che il blues di grande successo commerciale era prima: musica nera per bianchi, e dalle sonorità più urbane. Jefferson fu inoltre il primo bluesman non vedente di successo, e il termine Blind davanti al nome nacque con lui{4}, divenendo nel tempo caratteristica fondamentale del bluesman non vedente (Blind Willie Johnson, Blind Willie McTell, Blind Blake, Blind Boy Fuller, ecc…, ne sono un esempio); nonostante questo, è probabile che Jefferson non fosse del tutto cieco (alcuni ipotizzano ipovedente), siccome certe testimonianze riportano che, a seconda dei casi, ostentava o meno la propria cecità, e dimostrava di saper fare perfettamente cose impossibili a un cieco senza guida. Chitarrista di grande talento e sorprendente velocità, cantante molto dotato dalla grande estensione vocale (spesso, queste due capacità, creavano problemi in sede di registrazione, non essendo la Paramount Records adeguatamente attrezzata per cose simili), può essere identificato come influenza per il boogie-woogie (grazie all’invenzione del Booga Rooga{5}, termine che utilizzava per identificare il particolare movimento di bassi creato per “Matchbox Blues” del 1927) e per il rock and roll (il riadattamento in chiave rockabilly della già citata “Matchbox Blues”, da parte di Carl Perkins, venne pubblicato nel 1957 e fu uno dei più celebri inni rock and roll). Ebbe molta influenza nel campo della musica country contemporanea, ispirando artisti come Jimmie Rodgers (insieme alla Carter Family, l’iniziatore del country moderno), o Riley Puckett (il primo a registrare lo yodel country con “Rock All Our Babies To Sleep” nel 1924). Un vero e proprio maestro che, all’epoca, godette di un successo sconosciuto ai suoi colleghi (si era arricchito grazie alla sua musica, poteva permettersi un autista personale, e ovunque andasse era accolto come un vero e proprio divo, con tanto di folla e giornalisti al seguito), ma oggi, purtroppo, non abbastanza ricordato; andrebbe continuamente riscoperto.

 

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NOTE:

 

{1} Non si hanno dati certi sulla morte di Jefferson, e tutto rimane avvolto nel mistero: alcuni dicono che morì avvelenato da un’amante gelosa (era un gran puttaniere), altri che fu colto da un infarto (probabilmente spaventato dall’attacco di un cane randagio), alcuni addirittura sostengono che fu strangolato dal proprio autista (che lo uccise per derubarlo), o assassinato con un colpo di pistola, perché ritenuto personaggio scomodo (era molto famoso -quindi molto influente-, e spesso componeva canzoni socialmente impegnate, come “’Lectric Chair Blues”, contro la pena di morte per sedia elettrica); l’ipotesi più accreditata, rimane comunque quella della tempesta di neve (sul momento della morte, ho trovato pareri discordanti al riguardo: alcuni dicono sia avvenuta di notte, altri alle 10 del mattino), e sul certificato di morte, come causa, scriveranno “probabile miocardite acuta”. Il mistero che grava attorno alla morte di Jefferson, è alimentato anche dal fatto che -almeno così si dice- nessuno ne abbia mai visto il cadavere, portato via in gran fretta e seppellito con altrettanta fretta nel cimitero di Wortham (Texas), con tanto di cerimonia chiusa al pubblico, in un punto non esattamente preciso e senza lapide (un probabile punto di sepoltura venne poi identificato nel 1967 e vi fu posta una lapide, che venne restaurata nel 1997).

 

{2} Prima di Blind Lemon Jefferson, alcuni musicisti avevano già utilizzato una chitarra come accompagnamento nel campo del country-blues; uno degli artisti più celebri, è sicuramente Sylvester Weaver, che il 23 o 24 ottobre 1923 (data probabile e non certa), accompagnò Sara Martin al canto nei brani "Longing for Daddy Blues" e "I've Got to Go and Leave My Daddy Behind", e sempre nel 1923 (probabilmente il 2 novembre), registrò i primi pezzi di chitarra solista country-blues della storia, utilizzando per la prima volta in una registrazione blues la tecnica slide: “Guitar Blues” e “Guitar Rag” (quest’ultimo, in realtà, suonato con una chitarra-banjo -questa informazione non è riportata in tutte le fonti da me lette, ma solo in alcune-). Weaver, tuttavia, non ruba il primato a Jefferson per un solo motivo: in quelle prime pionieristiche registrazioni non canta, ma suona soltanto. Il primo cantante ad auto-accompagnarsi con una chitarra un brano blues da lui composto, fu una donna bianca: Lee Morse (“Mail Man Blues”; 1924). Papa Charlie Jackson fu il primo cantante blues maschile ad auto-accompagnarsi una canzone -“Papa’s Lawdy Lawdy Blues” (registrata nell’agosto 1924 a Chicago)-, ma usando un banjo anziché una chitarra (strumento che comunque utilizzò nel corso della sua carriera; suonava anche l’ukulele). Jefferson viene comunque considerato il primo artista blues maschile ad auto-accompagnarsi con una chitarra ad ottenere grande successo, quindi, teoricamente, non sarebbe ingiusto considerarlo il vero e proprio iniziatore.

 

{3} Alcune fonti segnalano essere “All I Want Is That Pure Religion” il lato A del primo singolo di Jefferson.

 

{4} Discograficamente parlando, sembrerebbe essere corretto definire Jefferson il capostipite del termine “Blind” davanti al nome, in quanto fu il primo country-bluesman non vedente a pubblicare un disco di successo utilizzando il suddetto appellativo (almeno secondo i dati da me raccolti); Blind Blake, che arrivò poco dopo, registrò il primo disco (“Early Morning Blues”) nell’agosto 1926 (poi reinciso nell’ottobre dello stesso anno), ovvero qualche mese dopo il successone di Jefferson “Booster Blues” (registrato nel marzo 1926, e probabilmente pubblicato il mese dopo), che, a differenza del primo disco, non uscì con lo pseudonimo di Deacon L.J. Bates, ma con il nome di Blind Lemon Jefferson.

 

{5} Fu probabilmente il musicista blues e folk Lead Belly, compagno di avventure di Jefferson, ad inventare il termine “Booga Rooga”.

 

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